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Mesoamerica

Mesoamerica

Rebozo

Il Rebozo è uno scialle di origine Mesoamericana usato da millenni per molti e differenti scopi.

La sua pratica d'uso è intrisa di un sapere antico, una vera e propria medicina tradizionale profonda come lo può essere per esempio quella Ayurvedica.

Apparentemente il Rebozo è un tessuto con frange lavorata in diversi modi.

A livello più profondo, è una stola prevalentemente composta da cotone, tessuta a mano dalle donne locali con telai a tensione, la cui estremità inferiore è collegata al corpo da una cintura tenuta proprio sul bacino della donna. Il bacino della donna è la sede dell’utero al centro del quale (nell’ombelico per l’esattezza) vi è posizionato il centro della sua energia come punto di connessione tra corpo e cosmo con un continuo gioco di scambio tra il contenere e lasciar andare.

Questa intensa connessione tra corpo e telaio già ci può dare un’indicazione delle energie che vengono impiegate per intrecciare, attraverso il tocco di mani sapienti, i fili di trama e ordito, andando ad “intenzionare” il Rebozo e quindi bene-dicendolo. Durante l’utilizzo del Rebozo si va così a creare la sensazione di un abbraccio, intenso, profondo, di guarigione e conforto che lascia passare ciò che se ne deve andare, trattenendo il calore necessario per rimettersi al centro.

Riconoscere e onorare la medicina tradizionale Mesoamericana significa preservarne una cultura, un sapere che viene tramandato oralmente, a mio avviso un patrimonio che preserva la salute e la vita.

Nel suo luogo d’origine il Rebozo viene utilizzato dalle donne per molteplici scopi: come indumento che segnala lo status sociale, per portare i bimbi, per trasportare i pesi, o anche solo per coprirsi le spalle e avvertire su di sé l’abbraccio delle antenate e della comunità femminile.

Un esempio di Rebozo come indumento è visibile nelle tante immagini proposte di Frida Kahlo, che lo portava sulle spalle.

In Europa, l’uso del Rebozo è stato diffuso progressivamente.

Il sapere delle Parteras è antichissimo e fonda le sue radici nelle tradizioni dei popoli indigeni e precolombiani del Messico tra i quali spiccano i Maya. Questo profondo sapere è radicato nella conoscenza dell’ambiente circostante della natura con dei suoi ritmi e si completa nella conoscenza e nell’osservazione dei processi naturali della corporeità femminile.

Ne va da sé che il Rebozo diventa uno strumento utile per fare massaggi e rituali.

L’utilizzo è particolarmente riconosciuto in gravidanza per alleggerire il carico, per aiutare mamma e papà a comunicare con la nuova anima e persino durante il parto in quanto le Parteras (levatrici) lo utilizzano per effettuare massaggi che, mediante movimenti oscillatori alternati, leniscono i dolori della zona lombare durante il travaglio ricreando la sensazione dell’intervento di mille mani su quell’area così sollecitata e affaticata.

La Manteada (un massaggio con Manta o Rebozo) attiva il tutto il corpo, il bacino e riduce il dolore delle contrazioni aiutando a trovare il ritmo favorevole all’apertura.

Un altro utilizzo, mediante una particolare copertura avvolgente, aiuta la rotazione di bimbi che presentano posizioni errate e al contempo sostengono la mamma nell’invitare il neonato a cercare la giusta via.

Le donne in attesa entrano in uno stato di espansione di corpo mente e spirito per il massimo bene di mamma e bambino. Il Rebozo, nelle mani amorevoli dei compagni, delle doule, delle ostetriche e delle persone che si prendono cura di loro funge da supporto psicofisico e svolgendo una funzione calmante. e, soprattutto nel periodo post-parto favorisce un ritorno ad uno stato di totale benessere e integrità.

Il Rebozo è anche utile in tutta la vita e la ciclicità della donna come ad esempio:

  • La regolarizzazione dei cicli sanguinei

  • La regolarizzazione ormonale

  • Il sollievo da dolori mestruali

  • L’ovaio policistico

  • L’aumento della fertilità aiutando la coppia durante concepimento favorendo la sensazione di chiusura fisica ed emotiva successivamente ad un parto o in caso d’aborto

Oltra a quanto già detto i suoi molteplici utilizzi possono essere integrati anche con altre tecniche come: l’utilizzo di erbe, tisane, vapori (yoni steam), pietre (yoni eggs), ecc…

Ogni trattamento segue l’unicità dell’individuo e i cicli femminili strettamente collegati a quelli lunari.

Sobada Maya

Il massaggio Sobada Maya o massaggio uterino è un’antichissima tecnica di massaggio attribuibile alla civiltà Maya e attualmente praticato dalle donne medicina o parteras.

Questa pratica è fondamentale per ritrovare e riconnettersi con l'energia dell' utero al fine di riportare l’equilibrio laddove viene meno nelle diverse fasi della vita.

Per iniziare un massaggio uterino Sobada, così come sostengono le parteras tradizionali, é fondamentale diagnosticare come sta il tipté (centro dell’energia del corpo posizionato nell’ombelico) che governa l’energia di tutto il corpo e ne sostiene la vitalità femminile.

Durante questa pratica si è chiamati ad un lavoro d’ascolto e percezione molto profondo che si svolge principalmente sull’addome, centro nevralgico dell’universo della donna, e rappresentante molteplici analogie con l’universo inteso come un microcosmo in stretta relazione con il macrocosmo mediante il quale siamo strettamente collegati per nostra stessa natura.

Sobada Maya è dunque un massaggio che si può unire ad altri strumenti quali il Rebozo e le pietre al fine di rafforzare la buona riuscita del trattamento con lo scopo di sostenere fisico, anima e cuore.

Questa pratica vuole sostenere la donna:

  • nella sua fase mestruale sia in fase di dismenorrea che di amenorrea;

  • nella sindrome dell’ovaio policistico;

  • aumentando le possibilità di concepire;

  • sostenendola nel post-parto a livello fisico ed emozionale e nella prevenzione del prolasso.

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Infanzia

Infanzia

Consulente Babywearing

La consulenza babywearing è un momento di incontro tra la consulente e la mamma col suo bimbo. Durante la consulenza, oltre che imparare a legare il proprio bambino, si impara ad ascoltarlo e ad ascoltarsi. La consulenza è anche un momento di confronto.

Promuovo da sempre il contatto e il desiderio di diventare consulente babywearing nasce proprio dal mio lavoro di accompagnamento alla maternità e di insegnante di massaggio infantile.

Ho una vera e propria passione per le fasce, penso che aldilà della legatura fine a se stessa, legare cuore a cuore il proprio figlio racchiuda un’ alchimia unica e indescrivibile e diversa ogni volta che si rifà. Come tutte le pratiche antiche riportate ai giorni nostri, racchiude un mondo tutto da scoprire.

Partendo dalle fibre con cui vengono tessute e che hanno un forte legame a seconda dell’ambiente da cui derivano, “dentro” questi tessuti infiniti benefici per la diade:

  • I bambini essendo contenuti e protetti vicino al calore ed al suono del cuore, vengono rassicurati e di conseguenza si rilassano, riducendo pianti e coliche e aiutando gradualmente al distacco o diversamente all’avvicinamento in caso di un legame interrotto precocemente.

  • Favorisce l'allattamento e aiuta in caso di difficoltà nella sua gestione, perché il contatto fa produrre ossitocina: ormone strettamente legato ad utero e mammella, che stimola affettività, empatia, relax e benessere, importantissimi nella produzione e nella secrezione del latte materno.

  • Promuove lo sviluppo del bambino. Il bambino anche se portato, non è mai passivo ma vive attraverso i movimenti, i suoni, i colori, il mondo vissuto della mamma, si muove insieme a lei e attraverso di lei acquisisce tutte queste informazioni, recependo impulsi diretti a muscoli e sensi. Le posizioni del bambino portato cambieranno con l’avanzare dell’età e del peso, stando sempre attenti alla sua fisiologia.
  • Aiuta anche quando i bambini richiedono maggiori attenzioni, lasciando al portatore le mani libere per poter svolgere qualsiasi altra cosa.

  • Aiuta nel caso di bambini nati prematuri e di interruzione precoce del legame mamma-bambino.

Come dimostra la kangaroo therapy o marsupioterapia, i nati prematuri portati in fascia aumentano di peso più velocemente e le loro funzioni vitali si stabilizzano più rapidamente; il riavvicinamento poi di mamma e bambino tramite il contatto, permette loro di riprendere più efficacemente le fila di un legame precocemente interrotto dal distacco o dall’ospedalizzazione.

Il portare crea proprio un ambiente da cui si possono trarre tantissimi benefici per tutti.

Inoltre nella quotidianità aiuta ad avere le mani libere, torna utile per spostarsi senza passeggino e/o in caso di pioggia, con la giusta legatura evita di assumere posture errate e da buon sostegno a schiena e braccia, *pratico per un allattamento discreto in pubblico, *utile come rifugio in caso di ambienti affollati, *come coperta e lascio un po' a voi scoprirne gli innumerevoli altri vantaggi.

Perché rivolgersi ad una consulente?

Per esperienza diretta (prima da mamma che da consulente), perché vi può dare le giuste basi per iniziare il percorso, tra cui per esempio come gestire la tensione del tessuto nei vari punti per legare al meglio ed in sicurezza, oltre che vi può consigliare il miglior supporto in base alle vostre esigenze. Strumenti che una volta acquisiti permetteranno alla mamma di sperimentare anche da sola altre legature.

Per far comprendere appieno i benefici del babywearing e quindi che cosa “racchiude” una legatura a livello energetico per la diade e soprattutto a livello del campo del cuore, ho voluto formarmi con Holistic Babywearing: un percorso inspirato alle medicine ancestrali che ha lo scopo di portare benefici ed entrare in ascolto di sé stesse con movimenti di stretching e riallineamento dei meridiani, attività che mira ad essere svolta con il bambino nel supporto appropriato.

Peer Allattamento

La mamma peer counsellor per l’allattamento materno, è una mamma che ha allattato e che, dopo essersi anche formata sull’argomento, è in grado di dare adeguato sostegno alle mamme che stanno allattando, un sostegno alla pari, da mamma a mamma, rispettando le scelte della singola e in grado di valutare, qualora fosse necessario, di indirizzarla ai professionisti del settore.

Perché quindi contattare una mamma peer?

Per ricevere sostegno, informazioni o anche solo condividere la propria esperienza.

Cosa farà la mamma peer?

Potrà dare sostegno e rispondere alle vostre domande, togliendovi dubbi o perplessità. Rispetterà le richieste, i desideri ed i bisogni della mamma e la aiuterà a raggiungere i suoi obbiettivi valorizzando le proprie capacità.

Può aiutare a gestire l’allattamento, supportando per esempio nell’attacco e valutando la poppata e i segnali che dà il bambino, individuando la strategia migliore per la diade.

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